ATTACCHI INFORMATICI: COSA STA SUCCEDENDO AI SOCIAL?

Published by Daniele on

In qualche modo vi è capitato di essere taggati in un post come “In che modo Elon Musk ha guadagnato 200.000€?” oppure “Ho vinto una cifra pazzesca, funziona!”? O vi è mai successo di vedervi o vedere soffiato l’account social dei vostri amici o conoscenti? 

Partiamo da un presupposto: nessun account social è sicuro, non esiste un metodo di sicurezza inespugnabile.

Con l’avvento delle nuove tecnologie tra cui il viaggiare in anonimato con il browser TOR, sta diventando molto più semplice hackerare senza farsi scoprire.

Nell’ultimo anno vere e proprie organizzazioni sul web si stanno adoperando a rubare gli account instagram ricattando gli utenti e strumentalizzando gli stessi account con dei banner pubblicitari.

Il problema ancora più grande è che gli account social rubati insieme alle informazioni, possono essere venduti a buon prezzo sul dark web ad aziende o utenti terzi. Infatti come ho già detto in un altro articolo, ora come ora i nostri dati hanno acquisito un valore maggiore di quello del petrolio.

La cosa ancora più curiosa è che gli attacchi hacker provengono maggiormente da due paesi principali: Cina e Stati Uniti.

Nonostante le restrizioni statali, la Cina assorbe il 41% di traffico mondiale, un numero che rende il paese la principale fonte di assalti cibernetici. La percentuale è aumentata verticalmente rispetto al 33% del trimestre precedente e il 13% di un anno fa.

Come è possibile questo?

Pensiamo al fatto che  in Cina facebook è bannato dallo stato, ma vi posso assicurare che nulla può fermare il mondo di internet, infatti prima ho citato il browser TOR.

Questo strumento permette ai cittadini cinesi di accedere su facebook e vari social senza alcun controllo da parte dello stato cinese. Dopodiché TOR permette anche di accedere ai siti anonimi con estensioni .onion, questo vuol dire che i siti web che sono online con questa estensione possono erogare qualsiasi bene o servizio in pieno anonimato, come droga, alcool, armi, killer, dati personali etc.

Questo browser è molto utilizzato anche negli Stati Uniti tra i giovani, infatti l’app di messaggistica collegata ai siti con estensione .onion risulta essere telegram.

Ora mi fermo qui, perché di questo ne parleremo in un altro articolo.

Ma come è annesso il tutto con l’aumento degli attacchi informatici sui social?

Quello che abbiamo detto ha un significato importante non solo per gli utenti che navigano, ma anche per la politica e per il legislatore. In che senso?

Gli hacker che espugnano gli account, sono sicuri di non essere riconosciuti per varie ragioni:

Una come abbiamo già detto è l’utilizzo dello strumento dell’anonimato, il quale taglia le gambe alle forze dell’ordine non permettendo così di risalire all’hacker a meno che non vi sia un’indagine eclatante e specifica.

Un’altra ragione è che il legislatore in Italia insieme alla stessa politica risulta essere ignorante in ambito, pensate all’episodio di Gasparri che incolla la propria password di accesso sul suo notebook con un nastro dietro lo schermo.

Poi c’è anche il fatto che oltre all’ignoranza del legislatore risulta esserci un’istruzione troppo vecchia che non è al passo con i nostri giorni, e che quindi ci forma per un mondo che non c’è più.

Inoltre c’è un fattore predominante, cioè che la polizia postale è sotto organico.

Oltre a questo, la mancanza di educazione informatica degli utenti che navigano su internet è palese,  tale ragione accresce ancora di più gli attacchi.

Questi sono solo alcuni dei motivi principali di un sistema che non funziona, per questo si prevede che nei prossimi anni i casi di hackeraggio aumenteranno vertigionosamente.

Cosa si può fare per ovviare al problema e quindi cercare di rendere più sicuri i propri account social?

Gli step sono semplici ma richiedono tempo:

  • Tenere aggiornate le proprie app
  • Creare una password sicura
  • Cambiare password frequentemente
  • Controllare le applicazioni sospette
  • Attivare l’autenticazione a due fattori
  • Non cliccare su link sospetti

Avere un account social oltre ad essere uno svago personale è diventata una responsabilità, e ricordiamo che rischiamo sempre di essere compromessi in qualunque momento, non solo nel nostro piccolo (vedi il caso di Cambridge Analytica).

Analizzando le suddette soluzioni, aggiungo anche che viaggiare in anonimato è importante per noi tutti e per i problemi politici e sociali che stiamo attraversando, oltre questo l’utilizzo di un buon software VPN (Virtual Private Network.) risulta essere fondamentale per la nostra sicurezza informatica, perché anche governi, organizzazioni e colossi aziendali giocano parecchio sul controllo dell’utenza che adopera i social network.

Tutto questo lo vedremo nei prossimi articoli!

Voglio ringraziare la mia amica Elisa Bardoscia per avermi ispirato a scrivere questo articolo.

Stay tuned.


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