OLTRE I CONFINI DELLA POLITICA

Published by Daniele on

Quando mi candidai alle elezioni amministrative del 2020, mi ritrovai ad assistere a delle vicende a tutti note ma sottaciute, ad una mentalità intaccata dal fumo della connivenza per far prevalere il meno peggio o quello che può far del bene per il paese solo perché ha conoscenze a livello regionale o parlamentare. 

Attualmente questo fenomeno si sta diramando largamente nelle amministrazioni locali. 

Una volta funzionava che i partiti, i quali avevano i propri rappresentanti all’interno delle istituzioni, si confrontavano con i propri iscritti (comuni cittadini) per portare avanti un’ideologia o una visione comune e sinergica. 

Adesso invece, con lo svuotamento dei partiti e della loro funzione, sono nati i cosiddetti “papponi della politica”

Chi sono i “papponi della politica”

Costoro sono persone  elette all’interno di istituzioni come regioni e parlamento i quali “sotterrerebbero” la propria dignità per un pacchetto di voti. 

Agiscono in modo subdolo, non avendo né un’ideologia politica né un’idea di mondo, dando la propria disponibilità a far ricevere finanziamenti pubblici ai propri conoscenti i quali sono solo portatori di voti oppure persone che fanno politica nel locale. 

Questo fenomeno si sta diramando in modo particolare tra diverse giovani promesse della politica, i quali non avendo autonomia e risorse finanziarie capaci di organizzare la propria propaganda per farsi conoscere tra la gente, si affidano a questi personaggetti.

Ma ancor più sprezzante risulta l’atteggiamento dell’elettore medio, il quale per poter “cambiare musica” fa un ragionamento molto pericoloso, che si racchiude nella seguente questione: “se un politico locale ha conoscenze in alto allora il paese può essere salvato”.

Questo tipo di ragionamento lo ritroviamo in diverse circostanze della nostra storia repubblicana, la più recente è quella di Cosa Nostra in Sicilia, dove diversi cittadini mostravano rispetto verso il capo mafia solo perché forniva sicurezza, lavoro ed anche qualche favore in più.

Bisogna lottare per una società dentro la quale non ci siano miserabili

In un suo famoso discorso, Paolo Borsellino ebbe a dire queste parole:

“La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

Per poter dare senso a queste parole credo che non basta solo scriverle nei giorni commemorativi o mettersi in prima linea nel corteo di “Libera” ogni 21 marzo, ma nella vita quotidiana bisogna rifiutare ogni tipo di compromesso politico e morale che intacca il buon andamento della nostra Repubblica democratica e del valore di libertà insito nella nostra carta costituzionale.

Riconosco che è una cosa molto difficile da fare, perché tutti noi viviamo nel bisogno e con circostanze molto singolari che non rendono la vita facile, ed è qui che mi ritornano in mente le parole del giornalista e scrittore Pippo Fava anch’esso ucciso brutalmente per mano della mafia, il quale disse: 

“Bisogna lottare per una società dentro la quale non ci siano miserabili, dentro la quale non ci siano poveri, dentro la quale non ci siano milioni di persone costrette ad emigrare perché la disperazione li caccia via dal paese in cui vivono. Bisogna ogni giorno lottare per migliorare la nostra società”.

Oltre alle persone avanti con gli anni che cercano di smarcarsi dalle proprie responsabilità delegando, noi giovani dobbiamo acquisire la consapevolezza che bisogna lottare concretamente affinché il nostro stato, la nostra repubblica agisca in conformità dell’articolo 3 comma 2 della costituzione, il quale recita: 

“E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Queste risultano essere solo delle basi per poter avviare un percorso verso i veri diritti sociali che rendono libere le persone dalla schiavitù del bisogno e della miseria, in modo che questi fenomeni di scambio elettorale che minano la nostra democrazia siano prontamente abbattuti, perché ora più che mai siamo oltre i confini della politica.


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