APPUNTI DEL DIARIO: TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO
Molte volte pensando al nostro passato, ci soffermiamo su diverse cose: quello abbiamo fatto di buono, gli errori, le cicatrici e le scelte che non vorremmo mai più fare.
La vita è imprevedibile. Proprio l’altro giorno un mio carissimo amico, essendo in un’età più avanzata rispetto alla mia, spassionatamente mi ha consigliato di prestare più attenzione al presente, di viverlo, di guardare meno al futuro.
Ecco che io qui mi metto a fare dei bilanci, a riflettere, se dovessimo solo e unicamente pensare al presente. Io ho sempre creduto che passato, presente e futuro giocano un ruolo importante nelle nostre vite:
Guardare al passato ci serve per non rifare gli stessi errori, e concordo che il presente deve essere vissuto, amato, come un qualcosa che non ritornerà.
Apprezzare tutto quello che ci sta attorno, stare vicino alle persone che amiamo e a cui vogliamo bene, vivere e amare la vita credo sia di fondamentale importanza, però mi rendo conto che questo è difficile, in particolar modo per chi oggi vive un presente di solitudine, di problemi economici, familiari, di salute etc.
Immagino che coloro i quali vivono tali circostanze, vorrebbero solo che il presente passi il più rapidamente possibile e che diventi presto passato, sperando così in un futuro migliore.
Nessuno ha il potere di risolvere i gravi problemi che affliggono le persone, ma ritengo che ognuno possa fare qualcosa nella propria vita per alleviare quel presente tetro e cupo.
Però questo comporta dei sacrifici, come ad esempio sacrificare parte della cosa più preziosa che noi abbiamo: il nostro tempo, il nostro presente.
Quanti di noi sono disposti a farlo?
In una società dedita esclusivamente al profitto, sembra un ossimoro fare qualcosa per non aspettarsi nulla in cambio.
Quando iniziai a fare attivismo e a dedicarmi al sociale, ho sempre pensato che questa fosse una missione. Riconosco il fatto che ho sacrificato il mio tempo, la cosa più preziosa che abbiamo per dare un valore aggiunto alla nostra comunità.
Ora pensiamo ad un’altra cosa, riflettiamo a quello che sta accadendo tra i più giovani: sempre più ragazze e ragazzi sono incerti del proprio futuro, essendo questo causa di ansia e depressione. Un dato ad esempio dimostra che l’adattamento al distanziamento sociale che è stato necessario con il lockdown ha acuito il fenomeno con numeri che dovrebbero catalizzare ogni dibattito: nella prima metà del 2021, il 19% dei giovani tra i 15 e i 24 anni in 21 Paesi ha dichiarato di sentirsi spesso depresso o di non nutrire interesse verso il mondo circostante (Fonte Unicef Changing Childhood).
Inoltre il nuovo Rapporto del CENSIS sulla situazione sociale del Paese del 2024, ci dice che il 58,1% dei giovani tra i 18 e i 34 anni si sente fragile, il 56,5% si sente solo e il 69,1% ha bisogno di sentirsi rassicurato.
E vorrei evidenziare un fatto inequivocabile: le ragazze e i ragazzi di oggi, sono il nostro futuro.
Anche i social giocano un ruolo rilevante, infatti uno studio condotto dall’Università della Pennsylvania ha rilevato un legame tra la quantità di tempo trascorso sui social media e l’aumento di depressione e solitudine.
La dilagante indifferenza a tutto quello che accade attorno a noi, sta generando un futuro sempre più individualista, dove ognuno è solo e vive nel proprio piccolo, nei propri averi, non curandosi di ciò che accade, non avendo interesse fino a quando un problema non lo tocca, perché nessuno è immune dai problemi.
Per questo mi chiedo: non sarebbe il caso di iniziare a lavorare nel nostro presente in modo costruire una società migliore, donando una parte del nostro tempo?
Le scelte che noi ora facciamo, ci aiutano a scrivere il futuro per le generazioni che verranno, per chi ora soffre, per noi stessi. Credo sia importante scegliere bene come investire parte del nostro presente guardando al futuro. Non saremo in grado di prevenire un avvenimento imprevisto, ma potremo affrontarlo con spirito diverso “consapevoli di aver sempre compiuto sin all’ultimo il nostro dovere di persone libere” cit. Sandro Pertini
Buon 2025.
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